Studio tecnico arch. Sergio Longhin

Monastero di San Michele

TITOLO EVENTO: Alla scoperta del Monastero di San Michele

INDIRIZZO DELL'EVENTO: Piazza Rubin de Cervin 2, monastero di San Michele Arcangelo di Candiana

DATA DELL'EVENTO: 25 Maggio

ORARIO INIZIO: 15:00 | ORARIO FINE: 18:00

DESCRIZIONE DELL'EVENTO:
La giornata di "studi aperti" quest'anno verrà dedicata all'ex monastero di San Michele Arcangelo di Candiana nella parte (sacristia del Duomo, resti del chiostro principale e dell'atrio di ingresso, locali al piano terra) che risale alla II metà del 1400. Questo complesso edilizio, va attribuito, ora senza più tentennamenti, come cercheremo di dimostrare, all'opera dell'arch. Lorenzo da Bologna, qui coadiuvato da Pietrantonio degli Abati, in un periodo che va dal 1467 (anno in cui Lorenzo è dimorante a Candiana) fino al 1480 inoltrato, in cui risulta a attivo a Vicenza e poi a Padova nuovamente. E' importante coprire la biografia di questo artista in quel periodo di fine quattrocento in cui di lui non si hanno che vaghe notizie, con l'intervento candianese. Qui, la sua mano, ancora di "bravo muratore" comincia ad affinarsi nello scolpire capitelli di un primitivo ordine corinzio su tozze colonne ma a sostenere archi a tutto sesto, prova della lezione brunelleschiana che per primo egli porta nelle terre venete. Poi, le volte a botte in muratura portante quattrocentesche, soggette al suo estro, si arricchiscono di lunette sostenute da peduncoli di cotto come vedremo nella sacristia e nella ex sala capitolare. Questo suo gusto per lunettare il soffitto di ampi locali voltati a botte, oltre che a ripartire il peso in più punti e a rendere più grazioso il locale, ne migliora la statica tanto che a 500 anni di distanza nessuna apprezzabile lesione ferisce oggi queste strutture. A dimostrazione ulteriore che il monastero e sacristia del Duomo sono opera di Lorenzo e Pietrantonio, possiamo fare ammirare un antico lavabo in pietra di Nanto che sostiene un bassorilievo che rappresenta una conchiglia, simbolo e firma dell'artista bolognese, da lui più volte usato in opere e altari su chiese del padovano e vicentino. Per attestare l'opera di Pietrantonio degli Abati, basterà invece leggere le sigle PA poste su un capitello di un locale del monastero; ricordando infatti che egli si è firmato con le sue iniziali anche nel chiostro doppio di San Giovanni da Verdara a Padova, dove risultava attivo assieme a Lorenzo intorno al 1500 qui a Candiana troviamo l'identico motivo di autografo. Infine, se il CAI sezione speleologica di Padova ci aiuterà potremo portare i visitatori "più atletici" per ammirare il sottotetto del monastero e la particolare centinatura di una volta a botte lunettata sostenuta da centine in legno e arelle intonacate, lunga circa 50 metri; si tratta di un'opera colossale e pregiatissima, fatta eseguire dagli Albrizzi verso la fine del 1700, quando decisero di trasformare parte del monastero nel loro palazzo di campagna dove Isabella Teotochi Albrizzi ospitò, tra gli altri, Antonio Canova.