Franco Maghenzani Architetture

Fotografia di uno studio di architettura

TITOLO EVENTO: Storie di ordinaria burocrazia.

INDIRIZZO DELL'EVENTO: Viale della Cavalleria,15

DATA DELL'EVENTO: 24 Maggio

ORARIO INIZIO: 17:00 | ORARIO FINE: 22:00

DESCRIZIONE DELL'EVENTO:
Racconti, suggestioni, rimandi, concretezze del mestiere di architetto. Proposte per un dialogo tra enti e professionisti affinché diventi una pratica virale. Fare l’architetto è un mestiere di pazienza. Ascoltare la necessità di chi abita la città e il paesaggio; analizzare il contesto; arricchire la propria conoscenza per essere sempre preparato a risolvere problemi complessi e nuovi; anticipare il cambiamento e non subirlo; progettare empaticamente uno spazio in grado di determinare la qualità di vita del futuro abitante e offrire il proprio contributo creativo e innovativo alla comunità. Ogni progetto architettonico è occasione di beneficio di un intero territorio, portatore di bellezza etica e sociale. Nel processo di trasformazione da idea di un qualcosa che ancora non esiste in qualcosa che concretamente si vive, si tocca, l’architetto affronta diversi nodi da sbrogliare, spesso non facilitato nello sviluppo creativo e responsabile da uno scarso dialogo con gli enti. L’apparato normativo italiano è complesso perché le esigenze di preservare il territorio, la storia e la qualità architettonica sono molteplici, ma spesso da questa complessità nasce il problema di interpretazioni arbitrarie e opposte da parte degli enti preposti all’attuazione. Il tecnico di un’amministrazione non si può sostituire alle peculiarità e capacità del professionista di sviluppare la conoscenza, l’etica, la responsabilità e il rispetto del bene comune, l’amore per il progetto. Suo compito è regolare l’attuazione del progetto, le condizioni in cui realizzarlo, non sostituire con deliri burocratici la progettualità e il valore culturale di un’architettura. Compito degli enti è avere coraggio di seguire pochi e chiari criteri. Compito dell’architetto è contribuire con la sua creatività, che non è talento, ma conoscenza e onestà intellettuale.