ARCHITETTO MIMMA ARDONE

FOTOGRAFIE DEL MERCATO COPERTO. Controllare lo  spazio attraverso la luce e le ombre.

TITOLO EVENTO: NUOVO MERCATO COPERTO A SAN VITO DEI NORMANNI

INDIRIZZO DELL'EVENTO: CONVENTO DELLE SUORE PIE, VIA GIOVANNI TARANTINI, 39, BRINDISI

DATA DELL'EVENTO: 24 e 25 Maggio

ORARIO INIZIO: 15:00 | ORARIO FINE: 19:00

DESCRIZIONE DELL'EVENTO:
PROIEZIONE VIDEO E MOSTRA FOTOGRAFICA DELLA STRUTTURA REALIZZATA “L’anima della città è ciò che costituisce lo spettacolo inutile ai gesti pratici dell’esistenza, il che è semplicemente poesia..” ( Urbanisme, p.54, Le Corbusier) Tre gli obiettivi che hanno animato l’approccio progettuale: 1. Ridare identità al luogo attraverso una costruzione altamente semantizzata Una tipologia costruttiva a porticato che, circondando il corpo centrale, consente l'accesso dall’esterno agli spazi commerciali. Potenzialmente luogo di incontro, di scambi, di sosta, di ristorazione, di spettacolo, come suggerito dalle arcate che in prospettiva generano dei portici ai quali è legata la tradizione italiana degli spazi sociali, degli scambi commerciali e culturali. Alla tradizione si richiama anche la rilettura degli archi in forma ogivale, richiamandosi alla sezione dell’arco di una tipica costruzione pugliese: il trullo. Questa arcata fa da porta di ingresso per chi “accede” e da sfondo di chiusura per chi “esce” dagli spazi di questa nuova piazza. Una doppia lettura stilistica delle arcate: sul lato principale esse scorrono frontalmente allo spazio aperto, quasi a creare una quinta scenica che esalta e sottolinea la presenza degli spazi commerciali. Sui fronti laterali le arcate scorrono in sequenza perpendicolare alla struttura generando una percorrenza che accompagna e scandisce l'intero complesso edilizio. 2. Progettare il vuoto. Il vuoto, sistema di relazione tra spazi differenti. Dal punto di vista geometrico il complesso si trova esattamente al centro del quartiere. L’idea progettuale è stata quella di creare uno spazio di aggregazione umana spontanea, regno della pedonalità, in cui vi è il piacere di muoversi e di sostare, in cui ci si riconosce quali abitanti di un luogo con cui ci si identifica. 3. Controllare lo spazio attraverso la luce e le ombre. La luce e le ombre diventano materiale architettonico. Uno studio accurato dell’illuminazione fà sì che essa, oltre a svolgere la sua funzione consueta, rappresenti la segnalazione di un percorso, l’indicazione di una quinta scenografica con un “gioco sapiente, corretto e magnifico di volumi nella luce” (Trois rappels à MM, les architectes, Le Corbusier)